Definizioni delle fasi di non possesso palla


·         Presa di posizione o piazzamento
<!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Marcamento o controllo dell’avversario
<!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Intercettamento
<!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Contrasto
<!--[if !supportLists]-->·         <!--[endif]-->Temporeggiamento

Presa di posizione o piazzamento: consiste nell'assumere un atteggiamento tale da tenere conto della 
porta, del proprio avversario e del settore del campo in cui si trova il pallone.
Più l’azione avversaria si avvicina alla propria porta, il piazzamento di ogni difensore deve essere tale da 
proteggere la propria porta. Il difendente più vicino alla palla deve ostacolare o ritardare l’azione, e di 
conseguenza gli altri difensori potranno assumere la posizione tale da porre l’avversario sull'esterno,
a parte qualche eccezione, da analizzare.
Uno degli errori più frequenti che i difensori possono commettere è quello di farsi sorprendere dal proprio 
diretto avversario, in posizione regolare, alle proprie spalle venendo a mancare ai principi del 
posizionamento.
Il difensore deve sempre trovarsi in una posizione tale da vedere contemporaneamente il pallone e la 
posizione del suo diretto avversario per non farsi sorprendere e prendere alla sprovvista. 

Controllo o marcamento: Sicuramente è collegata alla presa di posizione l’azione di marcamento. Il saper 
marcare un avversario significa avere la massima attenzione sui movimenti mantenendo nei suoi confronti una 
distanza e posizione opportuna per impedirne e limitare la sua azione offensiva tramite un contrasto o 
anticipo.

Estratto da: "Tecnica e Didattica delle abilità del gioco del calcio – S.S.S. Roma 2002"


Noi tutti sappiamo che nel calcio, come in tutti i giochi sportivi di squadra, l’obiettivo primario è la capacità tattico-decisionale, intesa come la capacità di scegliere, a livello individuale, il gesto giusto al momento e nello spazio più idonei alla situazione contingente.
Non vi è dubbio, infatti, che ogni esecuzione è sempre preceduta da un momento percettivo-decisionale che ne determina l’efficacia.
L’abilità tattica non è il fine ultimo del processo addestrativo, ma lo strumento di cui si serve la tattica per la riuscita del compito motorio da risolvere.
Da questa importante gerarchia, appare subito evidente che capacità tattico-decisionale ed abilità tecnica devono essere supportate da una valida base motoria, con particolare riferimento, da una certa età in poi, alle capacità condizionali. Diventare più forti, più veloci e più resistenti a giocare al calcio è il supporto necessario su cui poggiare le qualità tecnico-tattiche…….
Per lo sviluppo della capacità tattico-decisionale, per apprendere, cioè, a percepire e poi elaborare un piano d’azione, quello più idoneo alla situazione cui si fa riferimento, è necessario proporre esercitazioni che impegnino il ragazzo a fare delle scelte necessariamente dipendenti dal comportamento di altri. Si propongono:

Ø    Ø                             esercizi di situazione
Ø    Ø                             giochi a tema
Ø    Ø                             gioco libero.

Inoltre, risulta determinante l’utilizzo di metodi induttivi che lasciano il ragazzo libero di trovare le soluzioni più idonee a quel determinato compito motorio.
Per ciò che riguarda l’apprendimento delle abilità tecniche specifiche, oltre le metodologie suesposte, sarà bene utilizzare anche esercizi semplici non situazionali, purché presentati in forma variata.

Spero per tutti...


Negli anni ho riflettuto su alcune situazioni di gioco che vedono impegnati, spesso e volentieri, gli attaccanti: 1>1.
Da svariati anni, il calcio moderno, ha portato sempre di più allo sviluppo di un gioco totale, un gioco che ha origine dalla linea difensiva, annesso il portiere, che se dotato di ottima tecnica risulta determinante per il possesso palla. In questo nuovo modo di interpretare il calcio e di applicarlo, a parer mio, diventa determinante una qualità di tattica individuale a cui spesso gli attaccanti non pongono la giusta attenzione o, ancora peggio, nessuno fa si che la pongano. Considerando che  per “nessuno” intendo gli allenatori, proverei ad esporre un pensiero, che in anni di calcio giocato e non, ho elaborato:
“perché io allenatore devo chiedere ai difensori esterni di arrivare sul fondo oppure a trequarti mettere un cross o un traversone e magari preciso, quindi supponendo un passaggio di rifinitura, da chi per posizione in campo non si trova spesso a rifinire, chiedendogli prontamente di rientrare in difesa?  E perché non posso migliorare l’attaccante sulle situazioni di 1>1 in fase di non possesso?”
La provocazione nasce dal fatto che, come detto prima, quasi tutte le squadre interpretano sempre di più, un possesso palla che nasce da costruzioni basse per sviluppare manovre offensive con più qualità di palleggio. Ovviamente, le situazioni appena citate, ci portano a ragionare su di un particolare molto importante che, a seconda della qualità del lavoro svolto, da un allenatore di qualsiasi categoria, determinerà la riconquista della palla con più facilità rispetto ad altre squadre meno allenate, da questo punto di vista. Nasce quindi la convinzione di non escludere gli attaccanti da questo tipo di lavoro anzi, coinvolgerli attivamente, nel convincimento che un particolare ben curato fa la differenza nella facile riconquista della palla.
Si assiste spesso ad attaccanti svogliati e mal preparati, di fronte ad un difensore che prova a puntarlo, si commette l’errore classico di affrontarlo alla massima velocità non fermando la propria corsa nello spazio giusto o, comunque, a lui più congeniale. Questo errore determina spesso una rincorsa, da parte dello stesso attaccante, quindi un consumo energetico notevole. Inoltre questo errore, determina il prosieguo del possesso palla dell’avversario, nonché la superiorità numerica, avendo lasciato un avversario oltre la linea della palla. La pericolosità che determina l’errore dell’attaccante, è data dal fatto che metterà il difensore nella situazione di palla aperta e di una conseguente rifinitura se lo stesso sarà dotato di ottima tecnica.
La considerazione che posso fare, e che è facilmente intuibile da parte di tutti gli addetti ai lavori, è che questo lavoro andrebbe svolto nell'età di crescita e maturazione del giocatore. Quando ci si trova di fronte a giocatori esperti e navigati, che mai hanno affrontato determinate tematiche, risulta complicato ma non impossibile effettuare un certo tipo di lavoro.


Pierluigi Arcuri
Allenatore di base Uefa B

Organizziamoci per il nuovo anno.


Con l'arrivo della nuova stagione ogni allenatore confermato o meno,  di settore giovanile o di prima squadra deve fare i conti con chi ha a disposizione. Personalmente non amo gli allenatori fedeli ad un solo sistema di gioco!

Apprezzo di più coloro i quali sono in grado di cambiare in corsa oppure lavorare sulle caratteristiche dei giocatori. Se pensiamo che tanti allenatori cambieranno squadra e troveranno tante incognite, diventa di comune curiosità immaginare come sarà il loro lavoro per creare un gioco.
L'allenatore è come un sarto, ha un manichino e della stoffa, dovrà essere in grado di cucire un vestito che non sia lungo di manica o corto di gamba.

Condivido la mia idea soprattutto con gli allenatori a cui non piace fischiare due volte durante una seduta di allenamento, ossia all'inizio e alla fine. E’ sempre meglio mettersi in discussione proponendo e magari sbagliando che non proferire parola.

Personalmente, dopo aver conosciuto il gruppo, al 2° o 3° giorno, voglio capire chi ho di fronte, sistemo la squadra con il più classico dei 4 4 2 e muovendomi con la palla chiedo alla squadra di leggerne la posizione, la mia postura e di stare attenti all'arto calciante ossia quando cercherò di calciare la palla verso una determinata posizione.

Nei settori giovanili ci si impiega poco per capire chi sia ha di fronte e di come hanno lavorato in passato, l'errore che si riscontra è principalmente la posizione sulle diagonali e sui triangoli difensivi, basterà far finta di puntare, per esempio, un centrocampista centrale e si noteranno le lacune degli altri 3. Stessa cosa, quindi ancor più grave, per la linea difensiva. Altro errore di concetto è la lettura sulla palla coperta/scoperta.

Tutto questo è da considerarsi un vero e proprio test tattico. Così come il preparatore ha a disposizione i suoi test, l'allenatore ha a disposizione il campo che purtroppo o per fortuna non mente mai!

In 20-30 minuti di lavoro, considerando anche le interruzioni dell’allenatore, si può già capire come e dove incentrare il proprio lavoro tattico.


Pierluigi Arcuri
Allenarore di base Uefa B

Esercitazione: Tattica individuale per la fase di possesso (smarcamento) e fase di non possesso (presa di posizione/marcatura)

In un perimetro di dimensioni variabili un giocatore jolly conduce palla attendendo lo smarcamento del compagno.
Il giocatore (attaccante) dovrà abilmente eludere la marcatura del marcatore (attivo) ricercando tutti quei movimenti smarcanti che gli permetteranno di ricevere palla:


  1. sulla corsa con movimento corto-lungo
  2. in contro con movimento lungo-corto
  3. interno esterno
  4. esterno interno



VARIANTE:

  • con palla in mano
  • chi riceve palla dovrà proteggerla dal marcatore e trasmetterla nuovamente al rifinitore
  • se il marcatore conquista palla si invertono i compiti
  • si ottiene un punto se si effettuano 4 smarcamenti di fila, non appena il rifinitore riceve palla
  • il ruolo del jolly dovrà chiaramente ruotare



Pierluigi Arcuri
Allenatore di Base Uefa B

Esercitazione: conduzione - dribbling - trasmissione - controllo orientato

In un perimetro di dimensioni variabili 2 gruppi di giocatori eseguono all'interno del quadrato giallo un dribbling per poi uscire prontamente e andare alla ricerca del compagno (di colore diverso) per trasmettere la palla.




Il giocatore, posto all'interno dei 2 cinesini,  non appena sta per ricevere palla effettua un controllo orientato (precedentemente stabilito dal mister) con corsa in arretramento.


I giocatori si scambiano la posizione.
Chi ha effettuato il controllo orientato velocemente rientrerà nel quadrato, effettuerà un dribbling e servirà il compagno.


  • VARIANTE

chi trasmette palla simula una leggera pressione per rendere più situazionale il controllo orientato.




Pierluigi Arcuri
Allenatore di base Uefa B