Questo gesto tecnico rappresenta lo
scopo per il quale il calcio esiste! È l’atto conclusivo a prescindere dal
modulo, sistema, tattica, ruolo ecc.
Da un punto di vista anatomico,
escludendo la testa, le superfici maggiormente utilizzate sono:
- collo del piede
- interno/esterno collo
- interno piede
se parliamo di superfici
particolari, menzioniamo il tacco e la punta del piede.
Dietro questo gesto tecnico si
nascondono dei fattori che risultano basilari per la sua realizzazione:
- psicologico
- strutturale
- motorio/coordinativo
psicologico:
nel giovane, soprattutto, è
fondamentale questo aspetto in quanto la determinazione, la volontà, la forte
motivazione e, non per ultimo, il coraggio determinano la buona riuscita di un
gesto così apparentemente scontato.
Strutturale:
la struttura fisica o conformazione
determina la capacità di realizzare, tiri in porta, ognuno in modo differente
dall’altro. Ovvio pensare che un giocatore con una struttura fisica importante,
difficilmente riuscirà ad eseguire dei tiri in porta con precaria coordinazione
oppure laddove si presuppone rapidità di esecuzione.
La conformazione del piede, la
postura, la coordinazione fanno si che le traiettorie si differenzino. È
scontato dire che la tecnica di base è molto
importante per saper colpire la palla nel punto desiderato in base alla
traiettoria da imprimere.
Motorio/coordinativo:
la coordinazione permette una buona
preparazione al tiro, la tecnica conclude l’esecuzione. Si possono notare
soggetti (spesso in ambito giovanile) che con palla ferma riescono ad imprimere
forza e precisione (punti di riferimento fissi), ma se testati con palla in
movimento (riferimenti mobili) il risultato cambia.
Analizzando il tiro in porta da un
punto di vista tattico, avvicinandoci quindi a situazioni più che esercitazioni,
potremo notare come la capacità decisionale del soggetto diventi determinante.
Leggere, decidere, eseguire, sono aspetti fondamentali in un
contesto tattico-situazionale.
Avere un’ottima visione periferica,
mi permette di leggere in anticipo ciò che avviene nella posizione di campo in
cui mi trovo. Decido di tirare in base alla mia posizione, considerando la
presenza dell’avversario e, di conseguenza, lo spazio che mi viene offerto.
Eseguire il tiro in porta dopo aver
letto e deciso rappresenta la fase conclusiva.
Il contatto piede-palla ne
determinerà il risultato:
se parliamo di tiro dalla lunga
distanza, la parte anatomica utilizzata sarà il collo del piede.
Se la distanza lo consente potremo
utilizzare l’interno del collo del piede oppure per tiri piazzati e precisi
l’interno del piede stesso.
In casi particolari potremo
utilizzare il tacco e la punta, quest’ultima soluzione è stata importata dal
calcio a 5 in quanto in situazioni chiaramente particolari, diventa
determinante soprattutto per l’imprevedibilità della traiettoria.
L’astuzia, nell'utilizzo della
punta del piede, consiste nell'anticipare il riposizionamento del difendente
oppure nell'impossibilità di far effettuare, all'arto calciante, la sua normale
escursione.
Dopo aver appreso, in età
giovanile, l’esecuzione corretta del tiro, utilizzando le varie parti
anatomiche, ognuno di noi, penso sia in grado di riportare migliaia di
esercizi, per esperienza diretta ed indiretta.
Ne propongo 2:
il primo esercizio serve per invogliare
il giocatore al tiro in porta piuttosto che ricercare il dribbling.
Il portiere rilancia di precisione
verso l’attaccante e prontamente 4 difensori risalgono per contrastarlo. A meno
che l’attaccante non voglia provare a saltarli tutti e 4 penso che
l’alternativa sia il tiro in porta.
Consiglio: se svolto con i più giovani non far capire che
l’esercitazione ha lo scopo del tiro in porta, si noterà come il giocatore
inizialmente non penserà al tiro diretto ma proverà a dribblare almeno un difensore
per poi, inevitabilmente, essere raddoppiato o triplicato.
Fate effettuare più volte l’esercizio
senza mai dare consigli. Ottimo metodo che induce il giocatore a trovare la
soluzione.
Il secondo esercizio ha una
valenza più specifica:
“A” effettua un passaggio rasoterra
per “B” (si preferisce inserire sempre un
giocatore al posto dell’allenatore, in quanto effettuando diverse serie di
appoggi, il giocatore probabilmente migliorerà nel gioco di sponda.
L’allenatore non scenderà in campo alla domenica!!!) scavalca in velocità
l’ostacolo e, su sponda di “B” calcia in porta di collo pieno. Sceglierà un
lato da attaccare e riceverà in posizione 1 da “C”, e in posizione 2 da “D”, un passaggio
rasoterra, per una conclusione di interno collo, alla ricerca del palo lontano.
Il giocatore dopo aver calciato da
posizione 1 dovrà velocemente effettuare una mezza luna, per andare in
posizione 2 stando attento a non dare
mai le spalle alla porta.
Consigliare di effettuare un giro radente
sull'ostacolo. La palla, dai lati, dovrà tassativamente essere trasmessa in
diagonale, affinché il giocatore possa ricercare la massima coordinazione per
la conclusione desiderata.